Le fotografie di Tim Walker hanno estasiato i lettori di Vogue, mese per mese, per oltre un decennio. Messa in scena stravagante e motivi romantici caratterizzano il suo stile inconfondibile.
Nato in Inghilterra nel 1970, l'interesse di Walker per la fotografia è iniziata presso la biblioteca di Condé Nast a Londra, dove ha lavorato sull'archivio Cecil Beaton per un anno prima dell'università. Dopo la laurea in fotografia presso l'Exeter College of Art, Walker si è aggiudicato il terzo premio come The Independent Young Photographer of the Year.
Dopo la laurea nel 1994, Walker ha lavorato come assistente fotografo freelance a Londra prima di trasferirsi a New York come assistente a tempo pieno di Richard Avedon. Tornato in Inghilterra, inizialmente si concentra su ritratti e lavori in stile documentaristico per i giornali britannici.
A 25 anni il suo primo racconto di moda per Vogue, così come W Magazine e LOVE Magazine. Dopo anni di successi e ricoscimenti, il Victoria & Albert Museum e la National Portrait Gallery di Londra includono fotografie di Walker nelle loro collezioni permanenti.
(fonte: sito ufficiale di Tim Walker)
Per capire meglio lo stile di Tim Walker, ho analizzato 3 fotografie a mo avviso esemplificative dello stile visionario e surrealista del fotografo.
Questo
scatto fa parte di un servizio fotografico in collaborazione col
regista Tim Burton per Harper's Bazaar di ottobre del 2009 dal nome
“Magical Fashion”.
Il
servizio è un'anticipazione della retrospettiva sulla carriera del
regista al Museo di Arte Moderna di New York svoltasi da novembre
2009 ad aprile 2010.
Questa
fotografia ritrae in pieno stile Tim Burton una modella dalla chioma
scarlatta vestita di rosso che tiene tra le sue mani quelle di uno
scheletro gigante posto dietro di lei. Il contesto è quello di un
prato rigoglioso e lussureggiante, in contrasto con l'atmosfera
decadente ispirata sia dal look della modella, sia dalla presenza
dello scheletro gigante alle sue spalle (un enorme presagio di morte)
e sia dal cielo plumbeo e carico di nuvoloni grigi che minacciano
pioggia.
Anche
qui, come spesso accade nelle fotografie di Tim Walker, ciò che è
importante è la “storia”, quindi tutti gli elementi sono
ritratti in maniera tale da poter non solo suggerire un legame tra
loro ma anche che vi sia una storia in corso d'opera che viene
ritratta in uno scatto quasi casuale dal fotografo stesso. Per far
ciò, come in questo caso, quello scelto è spesso un piano lungo, in
modo da poter catturare elementi che aggiungono realtà ad una storia
surreale.
La
luce è naturale, diffusa, quasi ad indicare che sia normale
incontrare in una giornata grigia una dama in rosso col suo cavaliere
scheletrico a passeggio per dei campi in fiore. La luce inoltre mette
in risalto le linee delle balze della gonna dell'abito della modella
e il contrasto tra il bianco dello scheletro e il resto del paesaggio
multicolore, aumentando così la sensazione di “extra ordinario”
della foto.
Al
di là del soggetto fuori dal comune, ciò che colpisce della
fotografia è la nitidezza dei colori saturi, che giustapposti come
in un quadro impressionista, esaltano ognuno l'intensità dell'altro,
accentuando però in questo caso il surrealismo tipico di Tim Walker.
L'atmosfera
cupa e decadente propria dei lavori di Tim Burton è mitigata dalla
luminosità naturale e dalla saturazione dei colori tipica di Tim
Walker. Questo lavoro poi porta all'attenzione uno degli aspetti
centrali di uno dei più influenti fotografi di moda dei giorni
d'oggi, ossia due realtà fotografiche diametralmente opposte: un
consistente lavoro di produzione dell'immagine tramite scenografie,
costumi, effetti speciali, trucco e oggetti scenici, e
simultaneamente la capacità di cogliere il momento inaspettato che
spinge il fotografo a creare scatti inimmaginabili persino nel “più
selvaggio dei sogni”.
I
mondi fiabeschi, stilizzati, che attingono all'immaginario
vittoriano, sono frutto di una meticolosa pianificazione e
costruzione ma allo stesso tempo ci vengono presentati dal fotografo
in un equilibrio fragile ed effimero.
Lo
scheletro fantoccio trova la sua forza espressiva vicino
all'espressione inaspettata della modella, ed è proprio la fragilità
dell'equilibrio delle sue immagini che conferisce l'aspetto fiabesco
al lavoro di Tim Walker. Attimi immortalati di una leggerezza tale
che il momento dopo potrebbero già iniziare a sfaldarsi e non
esistere più.
In
conclusione, ho scelto questa foto perchè a mio avviso rappresenta
in maniera eccellente le qualità di un fotografo che può definirsi
artista. Questa foto ha una potenza a sé, ha una sua storia, eppure
da la sensazione di un qualcosa nato senza sforzo, di naturale. Un
surrealismo che non solo sembra reale ma anche credibile.
Questo
scatto fa parte di un redazionale di moda dal titolo “Sleeping
Beauty” che Tim Walker realizzò per Vogue Italia del numero di
agosto del 2007.
Il
tema del servizio, come suggerito dal titolo, è quello di una
principessa condannata a 100 anni di sonno che solo il bacio di un
principe può risvegliare.
La
foto ritrae in un contesto boschivo una donna in abiti bianchi
poggiata ad una cornice enorme dalla quale sembra fuoriuscire. La
cornice è adagiata in posizione eretta ma non perfettamente
verticale ad un albero che intreccia i propri rami attorno ai bordi
della cornice stessa.
Ciò
che all'apparenza sembra ancora più strano, se non risultasse già
strano ritrovarsi un'enorme cornice in un bosco, è il look della
modella, che sembra quasi trasandato, lontano anni luce dall'ideale
condiviso di “bella addormentata”. Il trucco è tutt'altro che
acqua e sapone, e i vestiti e la posa sembrano indicarci che siamo di
fronte ad un'anima tormentata, inquieta, eppure fragile e romantica,
che ispira interesse, come del resto tutti i personaggi ritratti da
Tim Walker.
La
sensazione che si evince sia dal contesto che dalla posizione della
cornice e della modella è quella di assistere al momento esatto in
cui il sogno diviene realtà, in cui le fiabe prendono vita, donando
allo scatto un surrealismo fiabesco tipico dello stile di Tim Walker.
La
figura umana ritratta, come spesso accade negli scatti del fotografo,
è inquadrata per intero e usando un campo lungo, la qual cosa offre
una maggior enfasi alla “storia” raccontata dalla fotografia.
La
disposizione degli elementi nella foto ha un andamento verticale,
tutti gli elementi principali (cornice e modella) sono disposti al
centro e questa sensazione di verticalità è accentuata dalla luce
che scende dall'alto ad illuminare centralmente la modella.
I
colori messi in risalto nella foto sono saturi ma morbidi, dai bordi
quasi sfumati. Pur essendo presenti elementi di contrasto (come il
bianco dell'abito della modella) e linee nette (come i bordi della
cornice), l'insieme degli elementi della foto da una sensazione di
fusione e armonia come se fosse la cosa più naturale del mondo
trovare in un bosco una damigella vestita di bianco in procinto di
uscire dal suo “quadro”.
L'insieme
degli elementi, quali la posa dinamica della modella, adagiata ma che
rende l'idea di essere in procinto di staccarsi definitivamente dal
quadro, la luce che cade dall'alto in maniera centrale e i contorni
della foto costituiti dalle foglie e dai fiori delle piante pian
piano sempre meno nitidi, fanno sì che l'attenzione sia incentrata
sulla “storia” raccontata, sull'evento a cui si sta assistendo.
Un evento “fiabesco” la cui dimensione quasi onirica è
accentuata dalla luce e dalle ombre morbide, grazie anche alla scelta
di una luce naturale filtrata dalle fronde degli alberi.
In
conclusione, ho scelto questa foto perchè rappresenta il mondo
onirico e fiabesco del fotografo, quasi un mondo intimo che parla al
fanciullo di chi guarda le sue opere. Questa foto la definirei
“morbida” ma allo stesso tempo forte. E' morbida perchè
rappresenta l'immagine di un sogno che ancora deve diventare reale, o
per meglio dire, deve ancora esprimersi nel surrealismo romantico
tipico di Tim Walker. Ed è forte, perchè alla fine la bella
addormentata si salva da sola e pur lontana dai canoni di bellezza
classici riesce ad uscire dal mondo di fiaba per calarsi nel mondo
reale.
La
fotografia scelta fa parte della campagna pubblicitaria Red Valentino
primavera/estate 2012 che vede ritratta la modella Nimue Smit in un
mondo fantastico.
Lo
shooting è ambientato nei giardini di Bomarzo, il cosidetto “Parco
dei Mostri”, suggestivo complesso monumentale risalente al 1547 in
cui la finzione scenica travolgente è capace di coinvolgere in un
mondo ludico, assurdo e onirico.
Il
lavoro principale del fotografo è stato senz'altro la scelta della
location che già di per sé aiuta a costruire quel fantastico mondo
in cui si è voluto calare il set della campagna pubblicitaria,
creando l'atmosfera magica di una foresta incantata in cui si muove
l'eroina della maison.
Lo
scatto ritrae la modella in una posa guardinga, sovrastata
dall'imponente statua di due grifoni, come volesse nascondersi alla
vista di qualcuno. Lo stile dell'abito, del trucco e
dell'acconciatura richiamano il look di una donna femminile degli
anni '50 calata però in un contesto moderno seppur fiabesco. La
femminilità della modella risalta grazie all'atmosfera creata dalla
luce che filtra dall'alto a destra tra le fronde degli alberi e si
staglia tra la nebbia andando ad accentuare lo stile fiabesco dello
scatto. La modella è una principessa moderna calata in un contesto
che sembra uscito da un libro di favole.
Il
verde delle foglie in primo piano, il giallo dell'abito della
modella, la luce che illumina nitidamente le figure dei due grifoni
accentua la tridimensionalità dell'immagine catapultando chi osserva
in un mondo magico nel quale si sta assistendo ad una scena “in
corso”, scena di cui abbiamo un fermo immagine che però non ci
permette di sapere ne come si è arrivati in quel punto preciso della
storia ne come si svolgerà il resto dell'azione. E questa a mio
avviso è la potenza insita nei lavori di Tim Walker, sia che si
tratti di un redazionale di moda, sia che si tratti di una campagna
pubblicitaria per una casa di moda, chi guarda le sue foto è
stimolato a completare con la propria immaginazione ciò che il
fotografo accenna soltanto. Spesso sono situazioni “extra
ordinarie”, altre volte scene oniriche, seguendo il filo conduttore
di un romanticismo surreale che “racconta” qualcosa, quasi fosse
una visione parallela del mondo reale, che grazie alle immagini
nitide calate in atmosfere rarefatte, possono esser prese
dall'inconscio di ogni singolo spettatore e rielaborate in realtà
tangibili, credibili.
Ho
scelto questa fotografia proprio per tale motivo, perchè l'atmosfera
da sogno ricreata da Tim Walker, sia che raffiguri uno scheletro
gigante o un'enorme bambola indisciplinata o un'aereo di pane, non
risulta mai lontana dalla realtà, bensì risulta essere solo una
versione surreale ma credibile della realtà stessa.
E voi? Che idea vi siete fatti di Tim Walker? Fatemelo sapere! :)
-Kay-
-Kay-