venerdì 4 dicembre 2015

Tim Walker

Oggi vi farò conoscere uno dei miei fotografi preferiti, Tim Walker.


Le fotografie di Tim Walker hanno estasiato i lettori di Vogue, mese per mese, per oltre un decennio. Messa in scena stravagante e motivi romantici caratterizzano il suo stile inconfondibile. 
Nato in Inghilterra nel 1970, l'interesse di Walker per la fotografia è iniziata presso la biblioteca di Condé Nast a Londra, dove ha lavorato sull'archivio Cecil Beaton per un anno prima dell'università. Dopo la laurea in fotografia presso l'Exeter College of Art, Walker si è aggiudicato il terzo premio come The Independent Young Photographer of the Year.
Dopo la laurea nel 1994, Walker ha lavorato come assistente fotografo freelance a Londra prima di trasferirsi a New York come assistente a tempo pieno di Richard Avedon. Tornato in Inghilterra, inizialmente si concentra su ritratti e lavori in stile documentaristico per i giornali britannici.
A 25 anni il suo primo racconto di moda per Vogue, così come W Magazine e LOVE Magazine. Dopo anni di successi e ricoscimenti, il Victoria & Albert Museum e la National Portrait Gallery di Londra includono fotografie di Walker nelle loro collezioni permanenti.
(fonte: sito ufficiale di Tim Walker)

Per capire meglio lo stile di Tim Walker, ho analizzato 3 fotografie a mo avviso esemplificative dello stile visionario e surrealista del fotografo.



Questo scatto fa parte di un servizio fotografico in collaborazione col regista Tim Burton per Harper's Bazaar di ottobre del 2009 dal nome “Magical Fashion”.
Il servizio è un'anticipazione della retrospettiva sulla carriera del regista al Museo di Arte Moderna di New York svoltasi da novembre 2009 ad aprile 2010.
Questa fotografia ritrae in pieno stile Tim Burton una modella dalla chioma scarlatta vestita di rosso che tiene tra le sue mani quelle di uno scheletro gigante posto dietro di lei. Il contesto è quello di un prato rigoglioso e lussureggiante, in contrasto con l'atmosfera decadente ispirata sia dal look della modella, sia dalla presenza dello scheletro gigante alle sue spalle (un enorme presagio di morte) e sia dal cielo plumbeo e carico di nuvoloni grigi che minacciano pioggia.
Anche qui, come spesso accade nelle fotografie di Tim Walker, ciò che è importante è la “storia”, quindi tutti gli elementi sono ritratti in maniera tale da poter non solo suggerire un legame tra loro ma anche che vi sia una storia in corso d'opera che viene ritratta in uno scatto quasi casuale dal fotografo stesso. Per far ciò, come in questo caso, quello scelto è spesso un piano lungo, in modo da poter catturare elementi che aggiungono realtà ad una storia surreale.
La luce è naturale, diffusa, quasi ad indicare che sia normale incontrare in una giornata grigia una dama in rosso col suo cavaliere scheletrico a passeggio per dei campi in fiore. La luce inoltre mette in risalto le linee delle balze della gonna dell'abito della modella e il contrasto tra il bianco dello scheletro e il resto del paesaggio multicolore, aumentando così la sensazione di “extra ordinario” della foto.
Al di là del soggetto fuori dal comune, ciò che colpisce della fotografia è la nitidezza dei colori saturi, che giustapposti come in un quadro impressionista, esaltano ognuno l'intensità dell'altro, accentuando però in questo caso il surrealismo tipico di Tim Walker.
L'atmosfera cupa e decadente propria dei lavori di Tim Burton è mitigata dalla luminosità naturale e dalla saturazione dei colori tipica di Tim Walker. Questo lavoro poi porta all'attenzione uno degli aspetti centrali di uno dei più influenti fotografi di moda dei giorni d'oggi, ossia due realtà fotografiche diametralmente opposte: un consistente lavoro di produzione dell'immagine tramite scenografie, costumi, effetti speciali, trucco e oggetti scenici, e simultaneamente la capacità di cogliere il momento inaspettato che spinge il fotografo a creare scatti inimmaginabili persino nel “più selvaggio dei sogni”.
I mondi fiabeschi, stilizzati, che attingono all'immaginario vittoriano, sono frutto di una meticolosa pianificazione e costruzione ma allo stesso tempo ci vengono presentati dal fotografo in un equilibrio fragile ed effimero.
Lo scheletro fantoccio trova la sua forza espressiva vicino all'espressione inaspettata della modella, ed è proprio la fragilità dell'equilibrio delle sue immagini che conferisce l'aspetto fiabesco al lavoro di Tim Walker. Attimi immortalati di una leggerezza tale che il momento dopo potrebbero già iniziare a sfaldarsi e non esistere più.
In conclusione, ho scelto questa foto perchè a mio avviso rappresenta in maniera eccellente le qualità di un fotografo che può definirsi artista. Questa foto ha una potenza a sé, ha una sua storia, eppure da la sensazione di un qualcosa nato senza sforzo, di naturale. Un surrealismo che non solo sembra reale ma anche credibile.


Questo scatto fa parte di un redazionale di moda dal titolo “Sleeping Beauty” che Tim Walker realizzò per Vogue Italia del numero di agosto del 2007.
Il tema del servizio, come suggerito dal titolo, è quello di una principessa condannata a 100 anni di sonno che solo il bacio di un principe può risvegliare.
La foto ritrae in un contesto boschivo una donna in abiti bianchi poggiata ad una cornice enorme dalla quale sembra fuoriuscire. La cornice è adagiata in posizione eretta ma non perfettamente verticale ad un albero che intreccia i propri rami attorno ai bordi della cornice stessa.
Ciò che all'apparenza sembra ancora più strano, se non risultasse già strano ritrovarsi un'enorme cornice in un bosco, è il look della modella, che sembra quasi trasandato, lontano anni luce dall'ideale condiviso di “bella addormentata”. Il trucco è tutt'altro che acqua e sapone, e i vestiti e la posa sembrano indicarci che siamo di fronte ad un'anima tormentata, inquieta, eppure fragile e romantica, che ispira interesse, come del resto tutti i personaggi ritratti da Tim Walker.
La sensazione che si evince sia dal contesto che dalla posizione della cornice e della modella è quella di assistere al momento esatto in cui il sogno diviene realtà, in cui le fiabe prendono vita, donando allo scatto un surrealismo fiabesco tipico dello stile di Tim Walker.
La figura umana ritratta, come spesso accade negli scatti del fotografo, è inquadrata per intero e usando un campo lungo, la qual cosa offre una maggior enfasi alla “storia” raccontata dalla fotografia.
La disposizione degli elementi nella foto ha un andamento verticale, tutti gli elementi principali (cornice e modella) sono disposti al centro e questa sensazione di verticalità è accentuata dalla luce che scende dall'alto ad illuminare centralmente la modella.
I colori messi in risalto nella foto sono saturi ma morbidi, dai bordi quasi sfumati. Pur essendo presenti elementi di contrasto (come il bianco dell'abito della modella) e linee nette (come i bordi della cornice), l'insieme degli elementi della foto da una sensazione di fusione e armonia come se fosse la cosa più naturale del mondo trovare in un bosco una damigella vestita di bianco in procinto di uscire dal suo “quadro”.
L'insieme degli elementi, quali la posa dinamica della modella, adagiata ma che rende l'idea di essere in procinto di staccarsi definitivamente dal quadro, la luce che cade dall'alto in maniera centrale e i contorni della foto costituiti dalle foglie e dai fiori delle piante pian piano sempre meno nitidi, fanno sì che l'attenzione sia incentrata sulla “storia” raccontata, sull'evento a cui si sta assistendo. Un evento “fiabesco” la cui dimensione quasi onirica è accentuata dalla luce e dalle ombre morbide, grazie anche alla scelta di una luce naturale filtrata dalle fronde degli alberi.
In conclusione, ho scelto questa foto perchè rappresenta il mondo onirico e fiabesco del fotografo, quasi un mondo intimo che parla al fanciullo di chi guarda le sue opere. Questa foto la definirei “morbida” ma allo stesso tempo forte. E' morbida perchè rappresenta l'immagine di un sogno che ancora deve diventare reale, o per meglio dire, deve ancora esprimersi nel surrealismo romantico tipico di Tim Walker. Ed è forte, perchè alla fine la bella addormentata si salva da sola e pur lontana dai canoni di bellezza classici riesce ad uscire dal mondo di fiaba per calarsi nel mondo reale.


La fotografia scelta fa parte della campagna pubblicitaria Red Valentino primavera/estate 2012 che vede ritratta la modella Nimue Smit in un mondo fantastico.
Lo shooting è ambientato nei giardini di Bomarzo, il cosidetto “Parco dei Mostri”, suggestivo complesso monumentale risalente al 1547 in cui la finzione scenica travolgente è capace di coinvolgere in un mondo ludico, assurdo e onirico.
Il lavoro principale del fotografo è stato senz'altro la scelta della location che già di per sé aiuta a costruire quel fantastico mondo in cui si è voluto calare il set della campagna pubblicitaria, creando l'atmosfera magica di una foresta incantata in cui si muove l'eroina della maison.
Lo scatto ritrae la modella in una posa guardinga, sovrastata dall'imponente statua di due grifoni, come volesse nascondersi alla vista di qualcuno. Lo stile dell'abito, del trucco e dell'acconciatura richiamano il look di una donna femminile degli anni '50 calata però in un contesto moderno seppur fiabesco. La femminilità della modella risalta grazie all'atmosfera creata dalla luce che filtra dall'alto a destra tra le fronde degli alberi e si staglia tra la nebbia andando ad accentuare lo stile fiabesco dello scatto. La modella è una principessa moderna calata in un contesto che sembra uscito da un libro di favole.
Il verde delle foglie in primo piano, il giallo dell'abito della modella, la luce che illumina nitidamente le figure dei due grifoni accentua la tridimensionalità dell'immagine catapultando chi osserva in un mondo magico nel quale si sta assistendo ad una scena “in corso”, scena di cui abbiamo un fermo immagine che però non ci permette di sapere ne come si è arrivati in quel punto preciso della storia ne come si svolgerà il resto dell'azione. E questa a mio avviso è la potenza insita nei lavori di Tim Walker, sia che si tratti di un redazionale di moda, sia che si tratti di una campagna pubblicitaria per una casa di moda, chi guarda le sue foto è stimolato a completare con la propria immaginazione ciò che il fotografo accenna soltanto. Spesso sono situazioni “extra ordinarie”, altre volte scene oniriche, seguendo il filo conduttore di un romanticismo surreale che “racconta” qualcosa, quasi fosse una visione parallela del mondo reale, che grazie alle immagini nitide calate in atmosfere rarefatte, possono esser prese dall'inconscio di ogni singolo spettatore e rielaborate in realtà tangibili, credibili.
Ho scelto questa fotografia proprio per tale motivo, perchè l'atmosfera da sogno ricreata da Tim Walker, sia che raffiguri uno scheletro gigante o un'enorme bambola indisciplinata o un'aereo di pane, non risulta mai lontana dalla realtà, bensì risulta essere solo una versione surreale ma credibile della realtà stessa.

E voi? Che idea vi siete fatti di Tim Walker? Fatemelo sapere! :)

-Kay-

mercoledì 25 novembre 2015

Smokey eye VS Cut crease

Spesso si parla di smokey eye, o di cut crease, ma cosa sono?

Sono semplicemente due tecniche di makeup per gli occhi che, se usate nella maniera giusta, aiutano a correggere non solo i difetti degli occhi ma anche quelli del viso.
Come è possibile? E' possibile grazie ad un semplice principio. La percezione è globale, sintetica, e quando guardiamo un volto lo percepiamo nella sua interezza, e spesso un trucco ci piace perchè apprezziamo l'armonia del viso nella sua interezza.

Lo smokey eye, in italiano palpebra piena, fiorisce negli anni '20. Gli occhi appaiono quasi malinconici, "fumosi", e l'angolo esterno viene sfumato verso il basso. 
Ma oggi come si effettua lo smokey eye? Innanzitutto si utilizza una base scura, possibilmente cremosa, da stendere su tutta la palpebra mobile e si sfumano i bordi. Dopo di che si utilizza un colore, possibilmente in polvere, che costituirà l'accento di colore che trasparirà attraverso i colori scuri utilzzati. 
I colori più usati sono il viola il blu e il verde, anche se lo smokey classico prevede l'utilizzo esclusivo del grigio e del nero. Sopra a questo colore va poi sfumato il colore grigio, o nero, a seconda della carnagione più o meno scura ma soprattutto dei gusti personali. 
La sovrapposizione di colori creerà l'effetto fumo tipico di questa tecnica di makeup.

A questo punto, il motivo per cui si chiama smokey eye è piuttosto chiaro, ma perchè palpebra piena? Perchè al di là dell'utilizzo dei colori sulla palpebra mobile (sfumati a dovere) non sono previsti punti luce. Ma noi siamo moderni e attuali e preferiamo aggiungere un punto luce appena al di sotto dell'angolo più alto del sopracciglio e, nel caso in cui gli occhi non siano distanti, anche all'angolo interno dell'occhio.

Questo è un esempio ben riuscito di trucco a palpebra piena sfumato verso l'esterno. 



Il cut crease, in italiano trucco a mezzaluna (o banana), si effettua utilizzando sia colori chiari che scuri. In genere si crea un'ombra con un color marrone medio sulla piega dell'occhio (appunto crease in inglese) e si applica un colore chiaro sulla palpebra mobile e al di sotto dell'angolo più alto del sopracciglio. Anche qui è previsto un punto luce chiaro all'angolo interno dell'occhio se gli occhi non sono distanti. 

Questo è un esempio di trucco a mezzaluna.



Ora che sappiamo distinguere un trucco a palpebra piena da uno a mezzaluna (vero?), quando dobbiamo utilizzare uno o l'altro? E qual è il trucco che si addice di più ai nostri occhi e al nostro viso?
Tenendo conto del fatto che la mezzaluna ha un andamento verticale e la palpebra piena un andamento orizzontale (l'armonia del viso, ricordate?), ecco qui un breve vademecum per voi in base ai vostri occhi:

Normali
Palpebra piena e mezzaluna.

Parzialmente infossati
Bordatura sottile, mezzaluna con colore intermedio e interno chiaro. Se palpebra piena, colore satinato e punto luce al centro. Ciglia finte a ciuffetto o intere naturali.

Totalmente infossati
Bordatura solo se spessa, palpebra piena con colori scuri o mezzaluna grafica (pencil tecnique). Ciglia voluminose intere.

Incavati
Bordatura sottile, mezzaluna con colore intermedio chiaro. Se palpebra piena colori satinati e punto luce al centro. Ciglia naturali, no punto luce su palpebra fissa.

Sporgenti
Bordatura spessa e più orizzontale, nella rima inferiore bordatura interna che diventa esterna, palpebra piena sotto piega dell'occhio, colori scuri e opachi. Se mezzaluna, colore intermedio non satinato ma scuro. Ciglia voluminose, punto luce su palpebra fissa.

Distanti
Palpebra piena. Se mezzaluna, ombra verso l'interno dell'occhio.

Ravvicinati
Mezzaluna con ombra verso l'esterno dell'occhio. Se palpebra piena, punto luce nell'angolo interno. Ciglia a ciuffetti o ciglia allungate.

Cadenti
Bordatura verso alto/esterno, mezzaluna.

E ora voi direte "Come faccio a capire la mia tipologia di occhi? E non devo tenere conto anche delle forme del mio viso? Come faccio a capire qual'è il trucco che mi si addice di più?"
Bene, ci sono io, e il mio blog. Io sono una makeup artist e se vorrete seguirmi in questo viaggio, avrò piacere di aiutarvi a capire come valorizzare al meglio voi e la vostra personalità.

Buon trucco a tutti! 

-Kay-


martedì 24 novembre 2015

Chi sono

Ciao! Sono Katia, una giovane e ambiziosa makeup artist professionista e beauty blogger, esperta in trucco correttivo, fotografico e acconciature e vi accompagnerò alla scoperta di questo fantastico mondo!

Grazie al mio impegno e creatività e dopo anni di studio e gavetta, la mia passione è da tempo ormai diventata una vera e propriaprofessione.

Questo blog nasce dalla voglia di condividere la mia passione e tutto ciò che riguarda il mondo del makeup. Troverete vere lezioni di trucco, articoli di ispirazione che parleranno di fotografi e makeup artist famosi o emergenti, recensioni di prodotti e molto altro!
Che dire di più? Buona lettura!

-Kay-